La sintesi: Torino – Sassuolo 5-3 / Chi ben finisce è a metà dell’opera

E ora facciamo conto di essere alla fine di un ipertrofico girone d’andata, al termine del quale i punti magicamente si annullano. Ok, prove generali concluse: non proprio nel migliore dei modi (all’ottimo derby e alla vittoria col Sassuolo ha fatto tristemente da contrappeso la doppia resa incondizionata con Napoli e Genoa), ma le basi su cui continuare ci sono, com’è stato detto fino allo sfinimento.

L’ultima partita granata del 2016/17 ricalca quella contro il Cesena di due anni fa e la corrispondente cinquina; stavolta l’avversario è stato più coriaceo se si può dir così, vista la comprensibile mancanza di aggressività da parte di tutti in un incontro che non si sarebbe potuto considerare più ininfluente. Ad ogni modo, fa piacere che i ragazzi abbiano salutato il pubblico giocando per vincere (e riuscendoci) anziché scodellare la terza prestazione indecente di fila. Si è così segnato fino a esaurimento: nel tabellino delle marcature figurano Boyé e De Silvestri, non proprio bomber incalliti, oltre ad habitué come Iago Falque, il sempre più convincente Baselli e l’aspirante Totti del Toro (nella speranza che questa definizione non diventi ben presto amaramente ironica), felicemente tornato al goal dopo un’irritante astinenza di qualche giornata. Dall’altra parte, invece, ha fatto tutto Defrel, autore d’una tripletta grazie alle consuete imbarcate della nostra difesa e a un rigore gentilmente offerto dall’arbitro Rapuano.

Numeri alla mano, la stagione del Toro è perfettamente rappresentata dalle statistiche: 71 reti segnate, 66 subite, 13 vittorie e 11 sconfitte a dimostrazione d’una combattività quasi sempre accesa e onorevole. Bene che la squadra non abbia mollato dopo i disinganni di gennaio, meno bene che si sia disunita dopo il derby di ritorno e che lo spogliatoio abbia pericolosamente vacillato di conseguenza.

Tuttavia, quel che i numeri non possono dire fino in fondo è la cifra (eheh) del gioco impresso da Mihajlović, esaltante davanti quanto disperante in retroguardia: una differenza reti o il totale dei goal fatti e subiti non rendono l’emozione di un finale giocato con quattro o cinque punte in campo o la bellezza di quel Toro-Roma di inizio stagione che ha illuso un po’ tutti. O, ancora, il brivido che abbiamo provato poche settimane nell’intervallo di Toro-Lazio, dopo la bellissima capocciata di Falque e il primo tempo giocato a meraviglia. Speriamo di ripassarci di nuovo e più spesso, magari senza ritrovarci poi scornati com’è avvenuto troppe volte quest’anno.

2 pensieri su “La sintesi: Torino – Sassuolo 5-3 / Chi ben finisce è a metà dell’opera

  1. Bel Toro in attesa dei rinforzi, adeguati, si spera, durante il mercato estivo, e della ripresa di campionato. Non ci resta che aspettare….

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