La nemesi (s)torica

Che cosa ha fatto il Toro in tanti secondi tempi di questo campionato? Risposta facile e avvilente per noi: ha subito valanghe di reti e rimonte d’ogni sorta, spaziando da quella laziale che gli ha tagliuzzato le ali a quella recente del Milan, roba da spaccar le budella per la rabbia, passando per la disillusione di Udine e la sardonica pozzanghera empolese (che invero aveva colpito a primo tempo quasi scaduto), corroborata da un rigore conteso tra i giocatori come in una partita ai giardinetti e puntualmente sbagliato.

Ecco che invece, per una volta, a Firenze è successo il contrario: dopo un’ora di Toro inesistente, con gli avversari che avrebbero potuto rifilarcene quattro o cinque meritandolo ampiamente e Hart unico baluardo con lo scomodo compito di limitare i danni, è scattata la reazione che ci ha portato dallo 0-2 al 2-2 nel giro di 20 minuti. Certamente il fiato corto dei viola ha facilitato l’impresa, ma se pensiamo all’avvilente Fiorentina-Toro di un anno fa, quando abbiamo rinunciato a giocare per tutta la partita, anziché per due terzi (e abbiamo preso due lesche senza renderne una), possiamo ben dire d’aver fatto progressi.

Guardatevi nel video l’occasione mancata dai padroni di casa al minuto 2:02 e, dopo avere immaginato che effetto possa aver fatto vederla in diretta, immaginatevi anche che la partita ricominci da lì. Da un’ingenuità difensiva dei viola (fallo di Salcedo su Boyé lanciato verso il fondo dell’area) è partito il segnale che ha mutato la partita. Il rigore calciato sulla traversa da Belotti, a dire il vero, è parso l’ennesima conferma della nostra inettitudine in trasferta, ma cinque minuti più tardi lo stesso Gallo, previa azione concitata nell’area fiorentina, ha ricevuto un cross quanto mai illuminante da Moretti e ha deposto con calma e comodità il pallone in rete.

Più che rimettere in gioco il Toro, l’1-2 deve aver demoralizzato la Fiorentina, che ha fermato le macchine senza trovare più gli spazi sterminati del primo tempo e, dopo altri tentativi granata, è stata raggiunta all’85°: la bella azione del pareggio, nata dall’ennesima svista dei difensori avversari, è cominciata da Gustafson ed è culminata con un altro passaggio smarcante (di Baselli) per il Gallo, che stavolta era chiamato a un compito più difficile, ma ha colto meravigliosamente l’occasione superando Tatarusanu con un precisissimo diagonale al volo. Tanto per gradire, nel recupero Ljajić ha cercato il 3-2 da lontano, ma il portiere stavolta è riuscito a bloccargli il tiro e il fantasma del Mönchengladbach (squadra che pochi giorni prima aveva battuto la Viola in rimonta dopo essere stata sotto 0-2) s’è dovuto ritirare in buon ordine un attimo dopo aver fatto capolino.

Il punto è consolatorio e non cambia niente della stagione granata; al massimo salva la pagnotta a Mihajlović, la cui posizione pareva scricchiolare rumorosamente a fine primo tempo. Il risultato, invece, rimanda curiosamente ad un altro 2-2 con tanto di rigore sbagliato dai nostri, ma il rilievo è puramente statistico perché quella partita si è svolta in circostanze totalmente diverse e con tutt’altro esito per i nostri poveri fegati granata.

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